La Formula 1 vola in Ungheria per la penultima gara prima della sosta estiva. All’Hungaroring la Ferrari si è imposta sette volte, la prima con Nigel Mansell che nel 1989 rimontò dal 12° posto in griglia riuscendo a superare Ayrton Senna cogliendo al volo un’esitazione del brasiliano nel doppiaggio alla Onyx di Stefan Johansson, l’ultima con Vettel nel 2017.
In Ungheria, come minimo, la Ferrari punta alla pole. Lo dice Vasseur che conferma pure nuove evoluzioni sulla Sf-23 anche in vista del 2024
“Arriviamo a Budapest determinati a continuare il percorso di crescita iniziato nelle ultime gare con l’introduzione di aggiornamenti tecnici sulla SF-23 – racconta Vasseir -. A Silverstone le cose non sono andate come speravamo ma in Canada e in Austria abbiamo fatto dei chiari passi avanti e in Ungheria crediamo ci siano le condizioni per dare a Charles e Carlos una vettura performante”.
“Entrambi i piloti amano la pista dell’Hungaroring e hanno preparato la corsa nei minimi dettagli, specie la qualifica che qui ha sempre un ruolo fondamentale. Questo fine settimana, per la prima volta, tutte le squadre devono fare i conti con un diverso format di qualifica, che prevede una sola mescola obbligatoria da usare in ciascuna delle tre fasi. Questa novità aggiunge un’ulteriore variabile da guardare con attenzione, visto quanto sono ravvicinati i valori tra la maggior parte delle squadre. Ci aspettiamo di lottare vicino ai primi sabato e domenica”.
Parola a Jock Clear, il coach di Charles Leclerc
Per questa gara ci sono alcuni cambiamenti legati principalmente a gomme e qualifiche. Ce ne puoi parlare?
Questo fine settimana sperimentiamo per la prima volta un nuovo formato di gestione delle gomme (il formato avrebbe dovuto essere introdotto nella gara di Imola, poi cancellata), che ha l’obiettivo di usare meno treni di gomme nel corso di un weekend e incrementarne l’efficienza di utilizzo. I team avranno maggiore flessibilità nelle sessioni di prove libere, mentre saranno più limitati in qualifica: sarà infatti possibile portarsi dietro i treni di gomme usati da una sessione di libere all’altra, dovendone restituire solo uno per sessione, mentre in qualifica ciascun pilota avrà a disposizione solo due set di Hard in Q1, due di Medium in Q2 e due di Soft in Q3. Restano invariate le norme relative alla scelta delle gomme per la gara.
Come incide questo cambiamento sulla preparazione dei piloti per la qualifica?
Il formato della Formula 1 moderna, con il regime di parco chiuso imposto dalle qualifiche in poi, ha fatto sì che piloti e team siano costantemente alla ricerca di un assetto all’insegna del miglior compromesso, adatto sia alla qualifica, con basso carico di carburante, sia alle condizioni di gara, con massimo carico di benzina e traffico in pista. Pertanto, il cambiamento imposto nell’utilizzo degli pneumatici per questa qualifica non dovrebbe avere un impatto significativo sui programmi dei piloti. Un effetto che ci attendiamo, data la necessità di utilizzare le tre mescole durante le qualifiche, è però quello di vedere molto più traffico in Q1 e Q2 dal momento che i piloti saranno portati a fare molti più giri prima di trovarne uno davvero competitivo.
Parliamo di te: ti sei trasferito a Maranello nel 2014 dall’Inghilterra. Come è stata per te questa esperienza?
Sono stato molto fortunato perché il mio trasferimento a Maranello è arrivato in un momento perfetto: le mie figlie gemelle erano proprio in procinto di passare dalla scuola media a quella superiore. La Ferrari mi ha fornito grande supporto per trovare l’istituto più adatto per loro e in generale ci aiutato anche a trovare la casa giusta per le nostre esigenze. Per me e la mia famiglia è stato dunque un passaggio relativamente privo di stress. Le culture, tra Italia e Inghilterra, differiscono ma non in misura così grande e credo che dal canto nostro noi abbiamo approcciato il cambiamento con una mentalità aperta, il che ha facilitato ogni cosa. Questo però forse vi sorprenderà: sapete cos’è che ci manca di più del Regno Unito? Il cibo!


